Come funziona il più grande algoritmo di Google Ricerca degli ultimi anni
Con un post sul blog ufficiale, lo scorso 25 ottobre Pandu Nayak, vice presidente di Google Search, ha annunciato la nascita di BERT, salutato come “uno dei più grandi salti in avanti nella storia di Google Ricerca”.
Si tratta di una tecnologia basata sull’Intelligenza Artificiale che imita il funzionamento del nostro cervello e consente al motore di ricerca di comprendere meglio il linguaggio umano e il contesto delle frasi, al fine di restituire risultati sempre più pertinenti con le query di ricerca.
Si tratta dunque della più grande innovazione degli algoritmi Google degli ultimi anni, tanto che Google stesso lo definisce “il più grande passo in avanti negli ultimi 5 anni e uno dei più grandi salti in avanti nella storia della ricerca”
Vediamo nel dettaglio il funzionamento di BERT, la nuova rivoluzione di Google Ricerca.
Indice dei contenuti
🔹Come funziona BERT
BERT è acronimo di Bidirectional Encoder Representations from Transformer e si basa sulle tecnologie più all’avanguardia nel campo dell’AI.
Mediante l’Apprendimento Automatico o Machine Learning BERT è in grado di apprendere informazioni senza modelli matematici, ma direttamente dai dati, mentre si avvale delle Corrispondenze Neurali o Neural Matching per capire meglio i contesti d’uso di un termine e dunque per “connettere meglio le persone ai concetti”, come affermava Danny Sullivan qualche tempo fa
Last few months, Google has been using neural matching, –AI method to better connect words to concepts. Super synonyms, in a way, and impacting 30% of queries. Don’t know what “soap opera effect” is to search for it? We can better figure it out. pic.twitter.com/Qrwp5hKFNz
— Danny Sullivan (@dannysullivan) September 24, 2018
In pratica BERT funziona tramite una Rete Neurale Artificiale capace di imitare il funzionamento dei nostri neuroni e capisce il significato dei termini in relazione al contesto della frase.
Significa che mediante un complesso sistema di codifiche sensibili al contesto riesce ad analizzare una parola in relazione a tutte le altre presenti nella frase.
Ecco un esempio del funzionamento di BERT e di come in particolare presti attenzione all’uso delle preposizioni presenti nella query.
Prima dell’arrivo di BERT, alla query (tradotta dall’Inglese) “2019 viaggiatore brasiliano verso gli Stati Uniti ha bisogno del visto” Google avrebbe restituito risultati relativi a cittadini americani che vogliono viaggiare in Brasile, dunque analizzando le singole parole e tralasciando la preposizione, che invece è fondamentale per capire il vero intento di ricerca.
Con BERT invece i primi risultati si riferiscono a come un cittadino brasiliano può ottenere un visto per gli Stati Uniti.
🔹BERT e la Comprensione dei Contenuti
Nayak afferma che BERT consentirà a Google di “comprendere le ricerche nel modo migliore di sempre” grazie agli studi sulla comprensione delle lingue e agli ultimi sviluppi dell’Intelligenza Artificiale.
In realtà BERT è un metodo di comprensione di contenuti aggiuntivo a Rank Brain, che ha esordito circa 5 anni fa come parte di Hummingbird, l’algoritmo lanciato nel 2013 con il quale Google iniziò a usare la Semantica per analizzare gli intenti di ricerca in relazione a query complesse (da qui i colibrì che svolazzano nel mio sito 😉).
Laddove infatti Rankbrain si avvale del Machine Learning per trasformare le keyword in concetti, BERT sfrutta le reti neurali per analizzare una frase nel suo complesso e dedurne il senso compiuto mediante un sistema che imita il funzionamento del cervello umano.
L’obiettivo di BERT è proprio quello di rispondere a query più lunghe e complesse con risultati più pertinenti, contribuendo per esempio alla comprensione di sinonimi e mispelling.
In generale, interpreta le ricerche in modo meno letterale, favorendo il significato a discapito della lettura delle singole parole chiave digitate dall’utente.
Una funzione questa che sarà sicuramente sfruttata da Google Assistant e Google Home, ovviamente perché in quanto tali gli assistenti vocali hanno bisogno di comprendere al meglio il linguaggio umano.
🔹Come BERT influenzerà i risultati di ricerca
Google afferma che BERT modificherà il 10% delle query e ha iniziato il rollout in più di 70 lingue, tra cui quella italiana
BERT, our new way for Google Search to better understand language, is now rolling out to over 70 languages worldwide. It initially launched in Oct. for US English. You can read more about BERT below & a full list of languages is in this thread…. https://t.co/NuKVdg6HYM
— Google SearchLiaison (@searchliaison) December 9, 2019
🔹BERT e la SEO: addio keyword
È chiaro che BERT riuscirà a interpretare le sfumature del linguaggio mediante la comprensione della struttura delle frasi e il loro senso complessivo.
Fare SEO nell’era di BERT significherà abbandonare le keyword, o meglio il concetto passato di parole chiave come mera lista di termini buttati nei testi come se non ci fosse un domani.
Ecco alcuni consigli per fare un’ottima SEO alla luce del nuovo aggiornamento di Google
- Sfrutta le long-tail keywords, cioè le parole chiave formate da 3 o più termini;
- Usa sinonimi e termini correlati alla parola chiave principale, distribuendoli nel testo con un senso logico;
- Impiega la forma attiva, più scorrevole di quella passiva
- Utilizza termini con significati concreti: basta frasi fatte, sul web serve chiarezza;
- Privilegia un linguaggio e un tono di voce naturale, vicino al parlato (no aziendalese);
- Studia il linguaggio dei tuoi utenti, chi meglio di te può farlo?
So bene che questi sono consigli di Web Copywriting, ma li ho riportati appunto perché Sullivan afferma che scrivere ottimi contenuti vada oltre ogni strategia SEO 🤩
There’s nothing to optimize for with BERT, nor anything for anyone to be rethinking. The fundamentals of us seeking to reward great content remain unchanged.
— Danny Sullivan (@dannysullivan) October 28, 2019
Conclusioni
Gli algoritmi di Google miglioreranno sempre di più e abbiamo visto come alla base di questi ci sia sempre la volontà di soddisfare le ricerche degli utenti.
Perciò per migliorare la visibilità su Google e intercettare concretamente i bisogni degli utenti non servono magie, ma contenuti eccellenti.
If you have content that’s not fundamentally great in some way, dressing it up with badges, About pages or whatever very specific thing you somehow decide is the magic factor won’t help. It needs to be fundamentally great, unique, useful, compelling.
— Danny Sullivan (@dannysullivan) October 11, 2019
Le innovazioni sono straordinarie appunto perché al centro di queste c’è l’essere umano, e siccome il Web è fatto di parole, sono del parere che i contenuti restino e resteranno sempre l’aspetto più importante da curare su un sito web per avere successo sia su Google che tra le persone.
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