Come il Mobile First Index impatta su SEO e Posizionamento del sito
Per Mobile First Index si intende l’indicizzazione di un sito web a partire dai dispositivi mobili (smartphone e tablet).
Da qualche anno infatti Google ha cambiato prospettiva sull’indicizzazione considerando il mobile come device predefinito per la classificazione dei siti web e ha confermato di passare all’indicizzazione Mobile First per tutti i siti web entro la fine di marzo 2021
Vediamo dunque come il Mobile First Index può influenzare la SEO (Ottimizzazione per i Motori di Ricerca) e il posizionamento del sito.
Con un post sul blog ufficiale, Google offre alcuni consigli per preparare un sito web all’Indicizzazione Mobile First:
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Su mobile le query di ricerca sono diverse da quelle su desktop.
Ci sono Long-Tail keywords, cioè parole chiave composte da 2 o più termini, le query informative, conversazionali (sotto forma di domande o in generale vicine al linguaggio parlato), locali, legate a una precisa azione (acquisto, iscrizione) e altre.
La ricerca conversazionale è diventata una ricerca personale nella misura in cui spesso da mobile gli utenti utilizzano pronomi personali per formulare le query
Fonte Think with Google
Negli ultimi anni da mobile sono aumentate del 60% le query che includono “per me” e dell’80% quelle che includono “devo/dovrei” e riguardano tematiche legate alla risoluzione di un problema, a come fare le cose e alle attività nei dintorni.
Un altro studio di Think with Google rileva che sono aumentate anche le ricerche da mobile con parole chiave che includono i termini “ho bisogno” e “posso”.
Queste tendenze di ricerca mostrano quanto sia importante adattare i contenuti a quello che le persone stanno cercando, o meglio a come si esprimono per cercarlo. A ogni tipo di query potrebbe essere associata una pagina con contenuti mirati all’intento di ricerca (Search Intent) dell’utente.
È arrivato il momento di superare la questione lunghezza dei testi, perché è ovvio che gli utenti non amano leggere soprattutto da mobile.
Bisogna pensare che gli utenti che navigano dai dispositivi mobili potrebbero preferire pagine che rispondono in modo esaustivo a query specifiche.
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Se osservi le SERP (Search Engine Results Page) vedrai che ci sono diversi tipi di siti: alcuni potrebbero essere siti di recensioni, altri siti informativi, altri di e-commerce e così via.
Queste differenze indicano che Google ordini le SERP in base all’intento di ricerca più popolare.
Per questo quando vuoi rispondere a una query mediante una pagina del tuo sito, dai prima un’occhiata alle SERP e fatti guidare da queste.
In una pubblicazione di Think with Google su come le persone utilizzano i propri dispositivi durante l’arco della giornata è emerso che il tempo influenza le intenzioni di ricerca.
In particolare, l’ora del giorno e il dispositivo su cui viene effettuata una ricerca fanno comprendere meglio le necessità degli utenti in termini di velocità, accessibilità e fruibilità delle informazioni.
È interessante notare come il desktop sia utilizzato durante gli orari lavorativi e il mobile riprende nel tardo pomeriggio quando le persone potrebbero essere in movimento e poi aumenta in serata.
Dunque a seconda dell’ora del giorno si utilizzeranno device specifici e si avranno intenti di ricerca specifici.
L’intento di ricerca degli utenti è in costante evoluzione e Google è continuamente a lavoro per comprenderlo al meglio e fornire i migliori risultati possibili in ordine di rilevanza rispetto alla query inserita.
Alcuni Core Update degli algoritmi riguardano infatti proprio le modifiche al modo in cui Google comprende ciò che soddisfa gli utenti. Questo ovviamente impatta la SERP (Search Engine Results Page) e il posizionamento dei siti.
Un altro modo di interpretare le abitudini di ricerca da parte di Google è la comprensione dei dati demografici di chi utilizza un particolare dispositivo. La fascia d’età potrebbe influenzare chi sta ponendo una particolare domanda su un determinato dispositivo.
Non preoccuparti più di tanto di utilizzare i sinonimi in una pagina web se questa non risolve i problemi degli utenti: questa non è rilevanza. Spesso questo fattore riguarda la risoluzione di problemi in determinate ore del giorno per dispositivi e gruppi d’età specifici.
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Per soddisfare gli intenti dell’utente e la generale User Experience con i contenuti del sito bisognerà porsi nuove domande:
Le risposte a queste domande andranno declinate per i vari dispositivi.
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Google può sapere se gli utenti comprendono i tuoi contenuti mediante i click e i tempi di visualizzazione.
Con dati sufficienti Google può prevedere cosa un utente potrebbe trovare utile: questo è il Machine Learning dei suoi algoritmi. Se un contenuto è difficile da leggere potrebbe influire sul ranking del sito.
Se un argomento è complesso e una risposta complessa è in grado di risolvere il problema, questa potrebbe essere il risultato migliore.
In generale, cerca di fare in modo che i tuoi contenuti possano essere apprezzati dalla più ampia varietà di persone, a prescindere dai dispositivi mobili.
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La volontà di Google di mostrare agli utenti ciò che corrisponde alle loro esigenze di ricerca è rimasta coerente negli anni. Ciò che è cambiato sono i vari fattori che incidono su queste scelte e il progresso dell’innovazione tecnologica.
Il Mobile First Index altro non è che una risposta logica al cambiamento degli utenti nei confronti dei motori di ricerca e della tecnologia.
Quindi bisogna pensare a questo indice non come una risposta a ciò che Google vuole, ma come una risposta alle esigenze dell’utente in continua evoluzione.
Fonte: Search Engine Journal
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