Punti in comune tra web writing e giornalismo: ecco qualche esempio concreto

Possiamo parlare di un percorso in comune quando affrontiamo il tema del web writing e giornalismo?

Sì, questo è un punto di sviluppare con estrema attenzione perché il web journalism ormai è un terreno che non può più essere improvvisato. Detto in altri termini, non basta portare il pezzo scritto per il giornale cartaceo sul sito: chi lavora ogni giorno nel mondo del web copywriting sa che ci sono dei passaggi da rispettare.

In realtà questa è una competenza già nota ai giornalisti. O almeno questo appare dai dati ottenuti grazie al sondaggio proposto a blogger e giornalisti che abbiamo svolto.

Obiettivo: dare consistenza al lavoro svolto su Scrivere Per Informare.

analisi uso yoast

Cosa abbiamo scoperto?

In primo luogo c’è consapevolezza dell’argomento: la maggior parte dei giornalisti conosce il concetto legato alla SEO ma, ad esempio, non usa Yoast per modificare lo snippet e neanche i vari SEO tool come Semrush e Seozoom.

Il problema è che non c’è bisogno di seguire strane tecniche di scrittura per i motori di ricerca: è vero, con le novità introdotte da Google Bert sarà proprio la scrittura naturale e senza artifici ad avere la meglio. Ma ci sono dei dettagli che possono fare la differenza, dei punti in comune tra web writing e giornalismo che devono essere curati. Qualche esempio concreto?

Ottimizzazione del tag title di un articolo

Siamo veramente sicuri che tutto questo serva solo per la SEO? Il tag title è uno degli elementi più importanti per l’ottimizzazione on-page e rappresenta un fattore decisivo, eppure c’è un equilibrio importante da considerare: ottimizzare questa stringa vuol dire, anche e soprattutto, comunicare all’utente cosa stai proponendo nell’articolo.

Il giornalista che pensa di poter ignorare l’ottimizzazione del tag title non solo sta sorvolando su uno dei punti chiave del SEO copywriting ma comunica male con l’utente. Perché nella serp si troverà di fronte a un testo magari tronco, o non informativo. Quindi incapace di far capire a chi legge cosa si trova dall’altra parte del click.

Non sto parlando di usare tecniche astruse per creare un tag title SEO friendly, ma solo di rispettare la regola fondamentale della buona comunicazione: far capire esattamente al lettore qual è il tema dell’articolo. Se un tag title lo scrivi così non ci sono problemi. In più aggiungi un dettaglio: restare sotto le 65 battute circa, in modo da evitare il troncamento nella serp.

Tag alt per le immagini che inserisci

Un altro micro-testo che può fare la differenza. Basta fare una semplice analisi su Wave Accessibility Tool per scoprire che molte pagine web dei quotidiani online non inseriscono il testo alternative. Vale a dire il parametro fondamentale dell’ottimizzazione SEO per immagini.

D’altro canto questo è un elemento che riguarda, in primo luogo, l’accessibilità della pagina web: il testo alternative deve descrivere l’immagine, quando serve, per aiutare i browser degli ipovedenti a comprendere il contenuto della pagina.

esempio alt immagini

In ogni caso questo è il problema: c’è poca attenzione a questo dettaglio utile per SEO e accessibilità. Bisogna essere degli esperti dell’ottimizzazione per i motori di ricerca quando si ragiona su questo passaggio? No, basta un’attenzione in più. Questo esempio che ti lascio mostra un aspetto ancora diverso: il tag alt viene messo ma ripetendo il titolo dell’articolo, non è questa la funzione del testo alternative.

Miglioramento della meta description

Al pari del tag title, anche la descrizione SEO di una pagina web può fare la differenza. Il motivo anche in questo caso è semplice: puoi far capire a chi legge quali sono i punti di forza del tuo contenuto. La meta description non ha un valore in termini di ranking (a differenza del tag title) ma saper migliorare questo elemento può fare la differenza quando si lavora su una serp competitiva.

Qualche consiglio in più? Rispettare un limite di circa 155 battute, c’è lo stesso problema del tag title: nella serp la meta description può essere troncata quindi conviene essere sempre concisi e diretti quando si crea una stringa di testo simile.

URL SEO friendly dei tuoi articoli migliori

Uno dei punti che puoi sicuramente ritrovare analizzando un po’ di articoli pubblicati sui quotidiani online: una scarsa attenzione all’URL SEO friendly. Questo elemento minimo, dal punto di vista testuale, è un passaggio che spesso passa inosservato quando si crea un articolo. Eppure rappresenta uno step decisivo dell’opera di micro-copywriting. Le regole da seguire:

  • Usare keyword principali.
  • Evitare liste di parole chiave inutili.
  • Puntare alla brevità e alla semplicità.

Detto in altre parole, il permalink di un articolo deve essere facile da scrivere, ricordare, digitare e pronunciare. Quanti articoli di quotidiani online rispettano queste regole? Pochi, eppure basterebbe un’attenzione in più per ottenere buoni risultati.

Uso adeguato degli anchor text

Troppe volte i testi usati per inserire link interni ed esterni sono combinazioni di consonanti e vocali poco informative per il lettore. La scansione del testo è fugace, veloce, e il link deve far capire subito dove porta. Questa regola è importante anche per la SEO perché la contestualizzazione tra pagina di atterraggio e anchor text avviene anche per Google.

Cosa significa tutto questo? Semplice, basta usare meno combinazione come “clicca qui”, “vai”, “fonte”, “leggi” e più “fonte La Repubblica” o “Ministero degli Interni”.

Organizzazione degli header

Argomento sempre combattuto. John Mueller ha confermato un punto: inutile concentrarsi troppo su H1, H2 e H3: non sono dei fattori di ranking così importanti. Ma lascia trasparire, comunque, che questi elementi sono importanti per la struttura della pagina web. E questo era un punto già chiaro, il meccanismo degli heading serve proprio a questo:

  • H1: titolo principale della pagina.
  • H2: paragrafo del contenuto.
  • H3: sotto-paragrafo dell’H2.

Questa è la base, poi possiamo arrivare fino all’H6 ma è difficile avere questa necessità. Quello che serve sapere: attraverso questi elementi puoi far capire cosa hai affrontato nell’articolo e quali temi hai trattato. Per organizzare la scaletta, ad esempio, io mi lascio aiutare dai vari SEO tool come Semrush e SEOzoom, senza dimenticare Ubersuggest e Answer The Public.

Il motivo è semplice: ti suggeriscono nuovi temi intorno a un argomento che tu potresti ignorare. E ciò ti aiuta a rendere il contenuto più utile e completo agli occhi dell’utente. Anche in questo caso non sto parlando di scrivere per i motori di ricerca ma usare strumenti per interrogare le query fatte da chi ha bisogno dei tuoi contenuti. Per creare la migliore esperienza possibile.

Abbiamo chiesto anche questo nel poll consegnato al nostro campione: usi i vari SEO tool per creare i tuoi contenuti? I blogger sono molto attivi su questo fronte ma i giornalisti no. Il 31% circa non usa questi strumenti e il 28% poco. Potrebbe essere un buon momento, questo, per diffondere una conoscenza maggiore di questi tool per migliorare la scrittura?

La grande fusione di web writing e giornalismo online

Il punto di vista è chiaro: non voglio rivoluzionare il mondo della scrittura giornalistica, non è nelle mie possibilità e non è neanche un desiderio che coltivo. Credo solo che c’è tanto da imparare, un blogger può apprendere tanto da un giornalista e viceversa: questo è ciò che vogliamo comunicare nel libro Scrivere Per Informare.

Il web writing è solo uno strumento al servizio della buona informazione, sei d’accordo?

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Riccardo Esposito

Web writer freelance e copywriter. Faccio formazione a chi vuole imparare a scrivere online e desidera organizzare la scrittura con un piano editoriale efficace. Autore di libri dedicati alla scrittura online.

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Web writing e giornalismo: 6 punti in comune da sviluppare

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